O silêncio como refúgio, a música como companheira.

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Piantando storie di viaggio (10 Luglio 2016)


Spero che non sia un peccato o addirittura un crimine internazionale, ma io confesso che oggi ho sotterrato un seme di pesca davanti al Golfo Aranci.

Non ho visto qualche albero di arancia vicino e penso che nessuno della sua famiglia mi vorrà male per commettere qualcosa che può essere qualificata come mancanza di considerazione con la frutta che tanto mi piace. Risalto che non è una questione di preferenza tra le frutte, ma appena perché portavo una pesca.

Quindi dopo aver assaporato la frutta, il destino del seme già era scritto e sarebbe riposare in una buca fatta con l'aiuto di un rametto secco che era li.

Quando sono andato a prendere l'acqua per irrigare la semina, mi sono reso conto che l'estate non è la stagione ideale per fare una piantagione e che io avrei bisogno di una gigantesca fortuna per ottenere esito. Ma come sono persistente (o testardo, come alcuni dicono), ho continuato il mio lavoro agricolo.

Nel ritorno della fontana, ho incontrato un uccelino morto e ho pensato: se io riposo questo poverino sulla mia semina, posso garantire un poco di concime ed umidità.

Ho finito la mia opera con delle pietre intorno, che garantiranno sicurezza contro i piedi disattenti, e con dei rametti sul corpo dell'ucellino che faranno con che il sole non sia da vero spietato.

Alla fine ero pieno di speranza che quello uccelo morto potesse dare vita al mio albero; che le frutte, alcuni anni dopo, potessero alimentare altri viaggiatori; e che i suoi semi viaggiassero per tutto il mondo, disseminando il piacere di essere vivo e in pace!